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Ingegneria Chimica e Biochimica

Fregio 10
Qual è l’obiettivo del corso? Cos'è?
A cosa prepara?

Il Corso di Studio di Ingegneria Chimica e Bio­chimica si prefigge di formare tecnici in grado di affrontare in un contesto di gruppo le problematiche connesse con la realizzazio­ne e gestione dei processi di trasformazione chimico-fisi­ca e biochimica della mate­ria finalizzate alla produzio­ne di beni materiali (acqua potabile e/o dissalata, ali­menti, catalizzatori, farmaci, materiali per l’elet­tronica, materiali ceramici e polimerici, ecc.), di energia (combustibili e biocombustibili, idroge­no, energia elettrica da processi redox) ed alla protezione ed al recupero dell’ambiente (mar­mitte catalitiche e filtri antiparticolato, processi di trattamento ambientale di correnti aeriformi e liquide e processi di bonifica di terreni inquinati). Per conseguire questo obiettivo il Corso di Stu­dio è progettato per integrare contenuti delle tre scienze fondamentali (Fisica, Chimica e Biologia), competenze generali dell’Ingegneria Industria­le e contenuti specifici dell’Ingegneria Chimica conferendo all’allievo conoscenze, metodi e ca­pacità di elaborazione della realtà che ne faciliti­no l’inserimento nel mondo del lavoro.

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Cosa si impara?

Si studiano le leggi che gover­nano i fenomeni chimico-fisici evidenziandone le implicazioni tecnico-pratiche e fornendo gli elementi del lin­guaggio matematico che permettono di descri­vere in modo quantitativo i contenuti studiati. Nella prima metà del percorso formativo è pre­visto lo studio di contenuti di Analisi Matematica e Geometria, Fisica, Chimica e Chimica Organica, Biochimica e Microbiologia. A questi si affianca, a partire dal secondo anno del Corso, la frequenza dei moduli caratteriz­zanti dell’Ingegneria Chimica (Termodinamica dei Processi Chimici e Biochimici, Fenomeni di Trasporto, Impianti Chimici e Biochimici, Fonda­menti di Chimica e Biochimica Industriale) nei cui programmi sono inserite le conoscenze per la progettazione e gestione di processi chimici, biotecnologici e biochimici. Questi insegnamenti sono integrati con disci­pline tipiche dell’Ingegneria Industriale quali la Scienza delle Costruzioni e l’Elettrotecnica. Que­sta sinergia, rafforzata dalla frequenza di moduli a scelta che trattano contenuti più specifici dell’In­gegneria Chimica e Biochimica, porta l’allievo ad utilizzare i concetti integrando tutte le scale della realtà da quella molecolare a quella macro, per partecipare con profitto alla gestione di gruppo di problematiche non necessariamente limitate alla progettazione, ottimizzazione e conduzione di processi chimico-fisici e biochimici.

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Cosa si può fare dopo?

Gli Ingegneri Chimici e Biochimici sono essenziali nella nostra società poiché sanno utilizzare tecnologie complesse e preparare moltissimi prodotti senza i quali la qualità della vita peggiorerebbe drasticamente. Grazie al loro lavoro offrono alla collettività am­pia disponibilità di cibo ed acqua potabile (fer­tilizzanti e pesticidi ecosostenibili, dissalatori e potabilizzatori), nuovi vettori energetici (biocom­bustibili, idrogeno, fuel cell), materiali innovativi per migliaia di usi (farmaci anche a rilascio con­trollato, materiali polimerici tradizionali ed adat­tivi, componenti elettronici organici), processi per purificare aria, acqua e terreni contaminati. I principali settori industriali di riferimento sono quello chimico, petrolifero, energetico, biotecnologico e biochimico, farmaceutico, agro-alimen­tare, dei materiali, spesso caratterizzati dalla pre­senza di gruppi industriali di grandi dimensioni operanti a livello internazionale. La quasi totalità dei laureati triennali accede alla Laurea Magistrale. In accordo con i dati Alma Laurea, dopo la Laurea Magistrale, in Italia, 84 laureati in Ingegneria Chimica su 100 lavorano dopo un anno. La situazione è ancora migliore per i laureati in Ingegneria Chimica a Palermo; in questo caso 88 laureati su 100 lavorano dopo un anno.